domenica 20 gennaio 2013

Fringe - una conclusione che poteva starci...

Il finale di serie... episodio di difficoltoso raggiungimento nel mondo di una televisione formata da dati di ascolto e pubblicità. Quando però arriva, è un momento delicatissimo. Gli ascoltatori si fregano le mani, assumono un ghigno malevolo e aspettano come squali. In cuor loro, in qualunque modo sia il finale, hanno già deciso.
Guarderanno il finale con aria critica, pronti ad annotare qualunque errore o mancanza mentalmente. Non importa se non ne troveranno, perché uno solo sarà il loro giudizio: Fa schifo!
Non posso dire di non esserci passato anche io, ricordo che la prima reazione al finale di Lost fu un "Ma non hanno spiegato un cazzo!" e in effetti il finale di serie, così com'era stato ideato, non aveva lo scopo di spiegare proprio nulla. Era stato spiegato tutto, o quasi, prima. Il finale serviva solo per dare un saluto a tutti.
Un "CAZZO JACK SEI MORTO!!" insieme ad un "Arrivederci e grazie". 
Non brutto e non bello, solo di una tristezza infinita. Che farebbe venire i lacrimoni anche all'uomo più duro e inflessibile e che alla fine rispecchia quello che noi speriamo di trovare dopo questa valle di lacrime.
Oggi un'altra serie è finita, un'altra di Abrams per giunta, e anche dopo questa, lo devo ammettere, ho pianto.


La motivazione perché ho pianto non è proprio la stessa però. Dato che le lacrime non sono scese per la bellezza delle puntate ma per il tempo perso a guardarle.
Non dico che sia brutto questo doppio finale di stagione, in realtà è proprio brutta questa cacchio di quinta stagione. 
Una stagione basata su dei pelatoni di un futuro inquinatissimo e invivibile che decidono di conquistare il nostro tempo, dove però non ci stanno proprio bene. Visto che, infatti, non sono abituati all'aria fresca e quindi devono inquinare il mondo per poter sopravvivere. Ma starsene a casa no?
Questi pelatoni hanno anche il potere di leggere il pensiero, muoversi velocemente, spostarsi nel tempo e teletrasportarsi. Però sono sbadati e se ne dimenticano praticamente sempre. Li vediamo infatti indugiare davanti ad un semaforo o viaggiare comodamente in macchina e sorbirsi viaggi di ore che potrebbero facilmente evitare, oppure riuscire a non beccare mai i protagonisti che potrebbero acciuffare tornando indietro nel tempo.
Una storia divenuta improvvisamente sentimentale, dove tutti piangono, si abbracciano in continuazione - "Tu mi vuoi bene ma io di più" - e che, via via, va a perdere tutto il fascino che aveva il vecchio e glorioso Fringe. Qual era, infatti, il punto di forza di questa serie? I casi! 
Ogni settimana c'era qualcosa di nuovo, collegato o meno alla trama principale e non quindi un unico caso dove c'è poco o nulla da scoprire ma solo una sfilza di scene d'azione più o meno riuscite. 
Un crescendo di noia fino ad arrivare al finale che è paragonabile al raschiamento delle dita in un'arrampicata su una bella vetrata. Quando crei una trama a cazzo, del resto, la conclusione come sarà mai? 
Vedremo una sorta di rimpatriata di molti dei vecchi casi Fringe, un ultimo saluto agli amici dell'altro lato e una sorta di battaglia finale... ma molto sorta... dove i nemici sono pressoché inutili e latenti.
Una porcheria fino alla fine quindi? No, non il finale almeno.
Perchè lo ammetto sono un sentimentalone. Le ultime scene di questo telefilm mi hanno dato quella tristezza che si può provare ascoltando una vecchia canzone melanconica. Tutto è andato bene per i nostri eroi, il piano è riuscito, ma quanto hanno perso senza nemmeno saperlo.

Dai qualche lacrimuccia qui era normale
Un bel finale alla fin fine, non di questa quinta stagione, ma di quel Fringe così simile ad X-Files, senza però quei cazzo di alieni che non si vedevano mai, e che era riuscito a risultare meno ripetitivo. Un'opera che definirei molto più avvincente anche di Lost ma che, come quest'ultimo, risulta essere indigesta nelle sue battute finali.

1 commento:

  1. Condivido al 100%. La quinta serie è stata di una assurdità incredibile !

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