giovedì 24 gennaio 2013

X-Men - Storie di un popolo disgraziato - Messiah War

Torniamo a parlare del simpaterrimo eventone degli scherzoni genetici preferiti dalla città di San Francisco, gli X-Men. Sto parlando ovviamente della saga della messia mutante, originalissimamente chiamata Hope.
Un'avventura iniziata con il classico deathmatch alla Marvel e continuata nel futuro in compagnia del sempre più brizzolatissimo Cable. Il vecchio salvatore dei mutanti (sempre Cable) si porta dietro quello nuovo, balzando sempre più avanti nel tempo fino ad arrivare nel trentesimo secolo. Qui per i due fuggiaschi inizierà una nuova avventura
 Messiah War


La storia inizia con il solito pippone di Ciclope. "Siamo rimasti in pochi", "Chissà che fine ha fatto Cable", "Nessuno mi saluta.." e tanti altri suoi classici che, in definitiva, con la storia centrano poco o nulla. 
Comunque sia, a bloccare questa suo tormento interiore c'è la bestia, che lo avverte di aver finalmente trovato Cable. In pratica  tramite i suoi macchinari, seguendo la scia di tachioni, calcolando le informazioni in un vettoriale... lo hanno trovato... nel tempo! Cable si trova nella New York del 2973. 
Un posto lercissimo con i palazzi distrutti alla Ken Shiro, dove Ciclope decide di inviare la sua squadra per i lavori sporchi: La X-Force.

Peccato però che la X-Force non sapesse di questa decisione
"Intanto", in un futuro imprecisato un rasatissimo Alfiere prende contatto con altro nemico storico degli X-Men, Stryfe. Il clone di Cable, presunto morto, viene persuaso dall'ex eroe e decide di aiutarlo nella sua missione, senza però realmente sapere quali siano i veri scopi che la spingono.
Comunque sia l'X-Force continua la sua missione, ma viene attaccata all'improvviso da un vecchissimo e completamente sfasato Deadpool. Il buffo mercenario blocca, però, le sue pistole, li riconosce e sembra molto contento di vederli...
...Wolverine un po' meno di vedere lui.
Insieme a Deadpool decidono di spostarsi verso Westchester, ma dopo poco riescono a trovare Cable e la piccola Hope. Cable non sembra molto contento di vederli e quando Wolvie gli chiede di fermarsi...

...così, per simpatia, gli tira un pugno in faccia. E uno!
Cable rivela loro di essere caduti in una trappola. A poca distanza, infatti, c'è quella che a prima vista sembrerebbe l'astronave di Apocalisse. In ogni storia di Cable deve esserci Apocalisse, altrimenti si offende.
Tra l'altro, forse appunto per la sua presenza, è impossibile teletrasportarsi o cambiare epoca. Sono bloccati.
Wolverine con la sua sua solita classe (e arguzia) infila gli artigli nei polmoni di Deadpool e gli ordina di spiegargli cosa sta succedendo. Il racconto di Wade rivela che a capo dell'astronave, divenuta poi città, non c'è Apocalisse ma Stryfe. Scioccati dalla rivelazione, segue poi un altra litigata fra Logan e Cable, con l'artigliato canadese, con un'aria da nano saputello, lo accusa di non essere stato all'altezza del compito che gli era stato dato. Segue, con tutte ovvietà del caso, un altro...
...cazzottone. E due!
Sarebbe finita davvero male, Logan aveva già gli artigli estratti, ma proprio in quel momento vengono attaccati dalla forze di Stryfe, delle sorta di robottini pieni di lame. L'X-Force combatte con coraggio, anche se ad un certo punto Arcangelo prende e se ne va, fra gli insulti generali e le ringhiate di Wolverine. 
Alla fine però riescono a farcela, anche grazie al caricatore da tremila colpi che Deadpool ha nella pistola.

Un idolo!
"Intanto" Alfiere narra la storia, sua e di Stryfe, di come hanno tolto il potere ad Apocalisse, in pratica beccandolo mentre dormiva. L'ex X-Men sfrutta l'odio che Christopher (Stryfe) prova verso il suo padre putativo (lo stesso Apocalisse) e il suo gemello, facendogli creare una sorta di blocco nello spazio tempo.
I due hanno atteso l'arrivo di Cable ed Alfiere sta già pensando a come sbarazzarsi dello scomodo alleato.
Torniamo ai nostri eroi che visto che hanno finito di combattere, decidono di litigare. Cable punta il cannone su Logan e lo Svanitore, poi però fanno pace e proseguono il loro cammino.  Fino a che nella notte, mentre camminano nelle aurore boreali, vengono attaccati da Stryfe in persona.

Segue un bel combattimento dove i nostri eroi si prendono delle pizze incredibili in faccia. Botte da orbi, nessuno riesce a far molto ed infine il clone di Cable se ne va portandosi via Hope.
Visto che le sfighe vengono sempre in coppia, il caro Arcangelo trova fra le montagne un decrepito Apocalisse che gli chiede di porre fine alle sue sofferenze. Dove per porre fine intende "ti uso per tornare forte". Lui però non ci sta!
Arcangelo nun me lassà!
Nella sua astronave celestiale, intanto, Stryfe tortura uno degli X-Factor, quello indiano, e viene attaccato da Alfiere, che ha l'intenzione di uccidere la bambina. Il clone di Cable sembra subire l'attacco a sorpresa, ma si riprende con facilità e sconfigge facilmente il suo avversario. Proprio in quel momento viene attaccato dal'indiano imprigionato, e lui lo batte, poi di nuovo da Alfiere, e lui lo batte, poi da Cable che gli dà delle pizze mentali, e lui lo batte, infine arriva Wolverin e Elixir, e lui batte anche loro e in più scopre la vera importanza di Hope.
I nostri fantastici amici sono nei guai.
Ma torniamo sulle montagne, dove in nostro caro Arcangelo sta ancora pensando se uccidere o meno Apocalisse. "Lo faccio o non lo faccio?" si chiede il triste mutante e alla fin fine con una mossa che fa dubitare della sua sanità mentale decide di aiutarlo. Apocalisse ritrova parte del suo vigore e dichiara di voler uccidere  Stryfe.

No, ma complimenti!
Il resto è presto detto. Una parte degli X-Factor attaccano nuovamente Stryfe senza riuscire però a far granché. Un'altra parte della squadra decide di scoprire la causa del blocco spazio-temporale e, dopo varie peripezie, trovano una mutante del loro tempo, tale Kiden Nixon, appiccicata a degli strani apparecchi che amplificavano i suoi poteri che per qualche motivo bloccavano i salti temporali. Uccisa lei, dopo i soliti patemi, la situazione si sblocca.
Tutta l'attenzione è ora sul combattimento finale contro Stryfe che rifila un'altra volta delle sane bastonate ai nostri eroi. Praticamente imbattuto gongola, ma ecco che il terribile Apocalisse si presenta davanti, come un genitore che torna in anticipo quando si ha dato una festa. Il ragazzo cerca di scusarsi: "Papi, non volevo. Scusa.. "
"Scusa sto cazzo"
Risponde Apocalisse
Il nemicone della storia è quindi sconfitto, solo che ora rimane Apocalisse che, sfiga delle sfighe, ha in mano Hope e medita di farne la sua prediletta. Gli X-Factor e Cable sono stremati e non sanno come affrontarlo, ma poi ecco che Arcangelo prende in mano la situazione. "Scusa Apocalisse, mi puoi dare la bambina?"

"Certo tieni, bastava chiederlo"
Così i nostri eroi se ne vanno tutti divisi, tutti ammaccati e continuano ciascuno per la propria strada. Wolverine e il suo gruppo nel presente, Hope e Cable invece non si sa. I due infatti nel salto temporale si dividono e del loro destino non si sa nulla.

Finita quindi questa terza parte della storia. Un bel crossover fra Cable e gli X-Men nel futuro e in mezzo a due mostri del passato degli X-Men. Una storia senza troppe pretese, con dei combattimenti ben fatti. 
Nulla più e nulla meno.

A disegnare queste storie:


  • Nello One Shot, Micheal Choi (Witchblade, X-23, X-Force) molto bravo, ottimi i disegni, ben proporzionati i personaggi e attento nei movimenti. Davvero un'ottima matita.



  • Nei numeri di Cable, vediamo di nuovo all'opera, Ariel Olivetti. I suoi disegni mi piacciono, forse un po' statici ma nemmeno troppo. Un unico appunto, non riesce a fare bene il viso della bambina, troppo grande rispetto al resto del corpo, tanto da farla sembrare una nana.





  • Nei numeri X-Force troviamo invece Clayton Crain. Bravo Clayton, mi piace il suo disegno, le sue linee, il suo movimento... solo che a volte fatico proprio a seguirlo. Credo che sia il migliore fra i tre secondo i miei canoni, ma alcune volte potrebbe anche rendere anche un po' meno dark i suoi disegni. Lo stacco fra una storia e l'altra era troppo netto.

Però in effetti merita di esser letto.
Con questo ho finito la recensione, alla prossima.














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