lunedì 7 gennaio 2013

Berserk...

Berserk è uno di quei manga che, visti da fuori, possono essere considerati sanguinari, ignoranti e pieni di violenza gratuita. Niente di più falso e stupido perché, se uno lo legge, si rende conto che...

... in effetti è proprio così.
In questo manga si scatena tutta la violenza possibile e immaginabile. Tutto l'orrido, lo splatter, il mostruoso che qualcuno potrebbe sperare di trovare in un fumetto, in Berserk c'è.
Ma, per fortuna, non c'è solo quello. Gatsu non è solo il guerrierone, con la spada che pare una putrella, che va in giro picchiare i mostri, la trama non è solo un picchia di qua e picchia di là che tanto alla gente basta.
Berserk può essere vista come la classica favola della lotta fra il bene e il male, in cui però il confine fra i due non è proprio netto e il mondo in cui è ambientata è distorto e deforme.
Non è però mia intenzione parlare del manga, ma del rapporto che il lettore ha con questo, nostro malgrado, sfortunato fumetto.
Perché a mio parere ogni lettore di Berserk attraversa diverse fasi, ognuna ben contraddistinta dalle altre:

1) l'infatuazione può incominciare piano piano o essere una sorta di colpo di fulmine, ma chi segue Berserk non può non passarci. La storia prende forma piano piano, ti dà il tempo di abituarti al macabro, allo splatter,  e prima che tu te ne accorga, sei fregato e ne diventi dipendente;

2) la dipendenza può portarti a leggere i libretti con una velocità impressionante. Uno dopo l'altro si accumulano nella tua libreria. Man mano che si legge la conclusione, visto il numero di libretti, sembra ormai imminente. Purtroppo, però, verso gli ultimi volumi ci si rende conto che la fine è molto, ma molto, lontana e a quel punto incomincia la disperazione;

3) la disperazione arriva quando capisci che la storia rimane lì a metà e i volumi nuovi arrivano con una lentezza snervante. Si comincia a cercar su internet le novità.  Qui si viene a scoprire che il creatore di Berserk non ha tanta voglia di disegnare quella storia, preferisce fare altro e vivere di rendita. A nulla serviranno le tue proteste e quelle delle altre migliaia di fan, lui ha dell'altro in testa.
Ben presto ti rendi conto che il coltello dalla parte del manico ce l'ha lui e quindi si entra nell'ultima fase, la rassegnazione;

4) la rassegnazione è la fase finale perché ci si rende conto che, con tutta probabilità, passeranno anni prima di vedere la parola fine in questa storia.
Alcuni leggicchiano altri manga, nella speranza di trovarne uno all'altezza, magari trovandolo!! Ma non è la stessa cosa. Questi manga sono scritti da gente che ha voglia di lavorare, che porta avanti la storia, che la finisce addirittura. Gente seria andiamo!
Intanto  Berserk rimane lì quasi immutato. Immutata la trama, immutato il numero di volumi e immutato anche lui, Gatsu con la sua Ammazzadraghi.

A mutare invece siamo noi che lentamente invecchiamo aspettando. Alcuni si sposano, altri hanno figli, la vita va avanti e gli anni passano. Ogni tanto si passa dall'edicola e si allunga la testa speranzosi di vedere qualche novità, ma nulla.
Il grande Miura se la prende comoda. Mi piace immaginarlo nella sua immensa villa ad oziare. Ogni tanto, poi, prende un foglio e disegna una vignetta, con calma, tanto non c'è nessuna fretta.
Quando poi in sei mesi scrive quei tre o quattro capitoli è sfinito. A quel punto, allora, l'unica cosa che può fare è salutare con un "Alla prossima" e se ne parla l'anno dopo.
Quello che non può sapere, o non vuole sapere, è che ogni volta che scrive quella frase, un fan di Berserk, in giro per il mondo, muore per giramento di coglioni. Questa è la vita e il pericolo di lettore di questo manga.

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