Alle tre case di produzioni principali, Walt Disney animation studios, Pixar (che comunque è del gruppo Disney) e Dreamworks, si aggiungono le case minori, come la Illumination e la Blue Sky Studios, facendo così arrivare il numero dei titoli a più di una decina all'anno.
Il tutto rende questi film, una volta così godibili e innovativi, sempre meno apprezzabili. Perché, diciamolo, dopo aver visto i nostri animali preistorici preferiti affrontare dinosauri, alluvioni e divisioni dei continenti o aver vissuto l'ennesima avventura, sempre un po' uguale alle altre, di Shrek ci siamo un po' rotti i coglioni.
Stessa cosa per quei film, di diversa ambientazione, che però mantengono sempre più o meno uguale la loro trama. Parlo di quei film, in special modo del gruppo Disney, che calcano sempre sugli stessi stereotipi della solitudine, dell'amicizia e del sacrificio finale del protagonista che, immancabilmente, viene salvato.
A questo va detto che sono film principalmente indirizzati ad un pubblico formato da quegli stormi urlanti di bambini con cui siamo abituati a condividere la visione. Quindi, sotto un certo punto di vista, va perdonato questo buonismo forzato, dovuto anche alla logica del sequel.
Eppure ogni tanto qualcosa di diverso esce fuori e nel caso dell'ultimo lavoro della Disney Animation, bisogna ammettere che hanno saputo mettere su un buon titolo.
Il Film l'ho visto biecamente in 2D |
Ricordo che sentendo i primi rumors di Ralph, mesi fa, non ho potuto fare a meno di pensare che fosse l'idea più figa e originale....
Qualcosa del genere era già stato pensato ma visti i risultati.... ed erano pure canadesi. |
Vedendolo molte delle mie aspettative sono state ridimensionate. Ralph Spaccatutto ha molto dei titoli tradizionali della casa produttrice ma, per una volta, con qualcosa in più.
Quel qualcosa è chiaro fin dall'inizio, quando viene mostrato il gioco di" Felix Aggiustatutto".
Nell'osservare quel gioco arcade con la grafica 8 bit non si può che provare una strana nostalgia.
Perché la storia di Ralph non è la solita tramuncola dell'emarginato che vuole farsi accettare, ma è anche quella di un mondo che piano piano è scomparso, senza, quasi, che noi ce ne accorgessimo.
Il mondo di quei videogiochi della nostra infanzia, giocati in casa con le primissime consolle, nei bar vicino ai flipper o nelle sale giochi, ormai oscuri antri di un tempo passato.
Il film è un elogio a quei tempi, ma anche a tutto il mondo dei videogiochi. I personaggi presenti sono tantissimi, da Ryu e Ken che vanno a bersi una birra insieme, ai cattivi anonimi che si ritrovano nella stanza dei fantasmini di Pacman.
Lo stesso vale per le citazioni o per i giochi presenti che, nonostante i nomi diversi, ricordano molto quelli esistenti per davvero.
Il tutto in una storia che volente o nolente alle fine mi è piaciuta. Sarà che ormai ho quasi trent'anni e sto diventando sentimentale, che i pomeriggi, di quelle estati senza fine, di quando giocavo a quegli "stupidi" giochi mi paiono sempre più lontani e che, in fondo in fondo, quelle storie sempre uguali non sono poi così male... almeno non sempre!
E ci sarebbero anche da spendere due parole per "Paper man", il corto proiettato prima del film.
Davvero ben fatta l'animazione |
Miei cari sceneggiatori perchè finire un corto che nulla aveva di magico, in quel modo?
Già! Ottima recensione! Il già è per il commento finale sul corto in apertura del film. Avendo visto il film non posso che concordare!
RispondiEliminaGrazie!
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