L'ho già detto e ripetuto: quando finisce una serie è come se ti salutasse qualcuno che hai imparato a conoscere, un amico che non vedrai più ed è una cosa che ti lascia sempre un poco di amarezza.
Ovviamente dipende da serie a serie. Perché ci sono quei telefilm epici, tipo Lost, che quando finiscono bene o male, fra lamentele e fra "ma secondo me erano morti da subito", vanno a toccare quelle corde che ti fanno sentire come se fosse finita un'era, e ci sono poi quei telefilm che invece non sono mai riusciti ad entrarti dentro, partendo magari benissimo ma poi perdendosi in un orgia di non-sense e facili luoghi comuni. Questo però non era il caso di Breaking Bad, un telefilm che...
...non ha mai tradito i suoi fan. |
Che all'inizio con la storia che il protagonista era il padre di Malcom l'aveva fatto partire con l'handicap. Insomma quell'attore che si faceva depilare dalla moglie in cucina...
...Quest'attore... |
Eppure diamine, già dalla prima puntata è chiaro che siamo davanti ad una recitazione che mai ci saremmo aspettati. Serio, pacato, riflessivo questo nuovo personaggio, Walter White, ti fa facilmente dimenticare Hal e ti fa capire quale camaleontico mostro di recitazione sia Bryan Cranston...
...che in qualche modo si era già visto in questa puntata di X-files. |
Walter White è un brav'uomo, un buon padre di famiglia che è costretto ad un doppio lavoro umiliante, all'incapacità di migliorarsi, al rimpianto di vecchi sogni infranti e che alla fin fine si vede arrivare pure la notizia di un cancro mortale ai polmoni. Una imminente fine che diventa per lui un nuovo e folgorante inizio. Sapendo di aver poco tempo perde qualsiasi paura e inibizione e comincia a scoprirsi diverso da quello che si è sempre sentito. Breaking Bad non ha una traduzione chiara e precisa ma può voler dire scoprirsi cattivo, o la cattiveria che irrompe, ma il suo significato è chiaro.
A volte, infatti, la persona più mite può trasformarsi in un vero mostro e Walter con la scusa di trovare i soldi da lasciare alla famiglia è diventato sempre più cinico e sempre più violento sia nelle decisioni che negli ordini. Una lenta trasformazione da vittima a carnefice, da preda a predatore che è diventata sempre più evidente man mano che la serie andava avanti con le stagioni. Unico suo compagno consapevole dall'inizio alla fine è Jesse Pinkman, che da sbandato e spaccone della situazione, si trasforma sempre più in una vittima e comincia a mostrare quell'anima che Walter andava via via perdendo.
Ma torniamo al finale. |
Non voglio però parlare della trama che sicuramente conoscete e nemmeno del rapporto fra i due protagonisti su cui si è basata l'intera serie. Voglio parlare di un finale che è degno di questo nome. Guardandolo mi sono reso conto che era la prima volta che assistevo ad un ultimo episodio che funge da vero e proprio epilogo, senza alcun sospeso lasciato lì, perchè non si aveva tempo. Non deve esser stato facile gestire qualcosa del genere, posso solo immaginare cosa ci è voluto per ponderare con attenzione tutte le scene e finire in maniera tanto accorta, ma Vince Gilligan è riuscito a farlo nel modo migliore. Devo essere sincero alla fine, specialmente quanto parte Baby Blue dei Badfinger, si sente un po' la solita malinconia ma la regia è davvero perfetta e non c'era nient'altro da dire. Questa puntata ha dato tutto quello che poteva dare. Quel tanto di tristezza e di violenza a cui Breaking Bad c'aveva abituato e che sarà difficile andare a trovare altrove.
Il merito di questa serie, però, è anche un altro. Ovvero quello di aver portato avanti una storia in modo cinematografico, con personaggi in continuo cambiamento, puntata per puntata. Questo, a mio avviso, è il sistema da seguire per un nuovo tipo di televisione, meno incentrata sulla serialità e più sulla storia.
Nessun commento:
Posta un commento