giovedì 29 maggio 2014

The Game Of Thrones 4x06 - Una puntata epica.

Si potrebbe parlare solo di questo...

...ma in questa puntata c'è molto altro. Sebbene, infatti, il tono rimanga sempre alto, in Game Of Thrones esistono degli episodi che sono assolutamente imperdibili. Questa puntata è una di quelle che per ogni scena corrispondono delle azioni o dei dialoghi che ti lasciano incollato allo schermo. Quattro sono le situazioni in essa raccontate e sono tutte molto intense e molto ben rappresentate. Partendo dalla meno epica:


Daenerys e i suoi dragoni.

Si sa, i draghi sono bestie fameliche e votate a dar fuoco a tutto quello che vedono. Fino a questa stagione, però, Drogon Viserion e Rhaegal erano solamente delle piccole lucertole volanti che sputavano fuoco. Un colpo ben dato e i draghi sono finiti. Con la prima puntata della quarta stagione però la situazione cambia, i draghi sono cresciuti e sono diventati grandi, molto grandi e pericolosi. A tenerli a bada dovrebbe esserci la madre, ma questa ha tanti figli e un impero da amministrare, non ha tempo per i suoi pestiferi primogeniti che ne combinano sempre di peggio. Si sa che l'adolescenza è il periodo della ribellione, solo che sei un umano al limite dai fuoco ai cassonetti, mentre se sei un drago....

...incendi una pianura per uccidere un gregge di pecore.

La cara Daenerys si ritrova quindi a dover risarcire il povero pastore, scusandosi e assicurandogli che li sgriderà, che non succederà più. Peccato che subito dopo si presenti alla sua consulta un bel giovine, dai modi gentili ma fieri. La sua richiesta è quella di poter sotterrare il suo povero padre crocefisso e la discussione che ne segue fa nuovamente dimenticare alla bella regina dei suoi figlioli volanti. Possiamo dire che di questa cosa se ne pentirà prima o poi.



Yara e il fratello eunuco.

Tuo fratello magari puoi non sopportarlo, considerarlo un inetto, un idiota, ma quando te lo toccano non ci sono scuse, parti e vai a menare. Yara con suo fratello non ha un ottimo rapporto, a dire la verità manco lo conosce, ma quando gli arriva una lettera di Ramsey con annesso attrezzo di Theon per lei c'è solo una cosa da fare: andare a liberarlo. Per gli uomini di ferro intrufolarsi in una fortezza è uno scherzo e in poco si fanno strada verso le celle dei cani, dove il povero Theon riposa. Il giovane ..."coso" non è molto contento della visita della sorella, ha una paura matta che si tratti di uno degli ennesimi scherzi del suo signore. Quindi si rifiuta di scappare e rifiuta il suo stesso nome, obbligando Yara a tardare e successivamente a fuggire davanti alle forze dei Bolton.
Il gesto di Reek, però, non è andato sprecato. Il suo padrone Ramsey l'ha visto e ha deciso di premiarlo con un bel bagno caldo. A pulire l'intimidita creatura è lo stesso bastardo dei Bolton, con una dolcezza che pareva completamente aliena a questo personaggio. A ben guardare però la bastardaggine c'è ed è, anche, ben visibile. Purtroppo anche questa occasione diventa una nuova tortura per il povero eunuco, che dopo aver ripudiato il suo nome... 

deve riprenderlo.
Ancora una volta c'è da fare un elogio all'interpretazione di Iwan Rheon e di Alfie Allen, specialmente quest'ultimo che nella parte della vittima debole e remissiva è perfetto.



Davos, Stannis e la banca di ferro.

La situazione di Stannis è quantomai precaria. L'ultima battaglia è stata persa in tripudio di fiamme verdi, molti dei suoi sono morti o hanno preso la strada di altri re e rocca del drago è un castello portentoso ma situato in un'isola povera e senza risorse. Chiunque avrebbe rinunciato le pretese al trono, ma non questo uomo così inflessibile da spezzarsi piuttosto che piegarsi. In suo aiuto arriva uno dei miei personaggi preferiti: Davos, l'ex contrabbandiere, l'ex cavaliere delle cipolle ora lord e primo cavaliere del suo re. Sua è l'idea di andare a Braavos, dove si trova la grande Banca di ferro, l'unica che potrebbe finanziare la causa di Stannis. A riceverli, in banca, c'è lui....

Mark Gatiss, alias Tycho Nestoris,...


..un attore e sceneggiatore che il pubblico di Sherlock o di Dottor Who conoscerà molto bene. Sebbene la sua parte non brilli di protagonismo, la sua recitazione, insieme a quella di Davos e di Stannis, rendono questa parte molto interessante. Tycho è un banchiere educato ma schietto, Stannis come al solito non sa come trattare gli altri ed è assolutamente altezzoso (o forse timido) e Davos dà il fondo alla sua ammirazione e alla sua lealtà nei confronti del proprio re. Strano a dirsi, ma non si tratta di mere parole o di una situazione di comodo, ma di un sincero sentimento che è più unico che raro. Lord Davos avrebbe tutte le ragioni per odiare il proprio re ed invece lo difende con un trasporto quasi eccezionale. Ragionando sia come uomo del popolo ma anche come un saggio Primo Cavaliere. Quante persone contiene questo ex contrabbandiere, e quanto avrebbero da imparare da lui gli altri cavalieri dei sette regni.

Il processo a Tyrion.

Questo è il vero pezzo forte della puntata. Siamo arrivati a seguire il processo al presunto assassino di Re Joffrey, Tyrion. La situazione per lui non potrebbe essere peggiore, l'accusa è grave, il movente c'era e, ancor peggio, i suoi famigliari hanno trovato e creato decine di nuovi testimoni. Tutti a sfavore. Il giudizio è quindi trasformato in una commedia fittizia dove il nano viene accusato dei peggiori delitti e peccati. Le parole dette in passato vengono travisate o distorte e tutto il bene che può aver fatto viene cancellato da tonnellate di calunnie, più o meno false. Lui, seduto in un piccolo recinto, non può nemmeno difendersi, non gli è permesso parlare e allora sta zitto a rimuginare. Sul banco dei testimoni passano in tanti, anche sua sorella Cersei e il consigliere Varys. A quest'ultimo, Tyrion, vuole fare una domanda, gli vuole chiedere se si ricorda di quella discussione, durante la seconda stagione, in cui, l'eunuco, aveva detto che senza Tyrion la città sarebbe stata di certo battuta,  che nei libri di storia non avrebbero parlato del nanerottolo ma che lui, Varys, avrebbe ricordato. 

-Hai dimenticato, Varys? - chiede Tyrion.

- Purtroppo, mio signore - risponde l'altro. - ...



A quel punto la situazione è divenuta insostenibile sia per il Folletto, sia per il fratello Jaime, l'unico in famiglia a tenere a Tyrion. Lo sterminatore di Re, durante una pausa, si precipita dal padre chiedendo clemenza. Ovviamente Tywin, essendo fatto di stronzaggine per il 99,9%, nicchia e tentenna facendo capire che potrebbe mandare Tyrion dai Guardiani della Notte se Jaime lasciasse il suo ruolo di comandante della guardia reale. Costretto, Jaime acconsente e avverte il fratello di confessare, anche se non ha commesso nulla, l'omicidio del re. Il folletto quindi si prepara a una vita in mezzo al freddo, consapevole del fatto che stavolta suo padre e sua sorella hanno veramente vinto. Da buon giocatore, Tyrion non se la prende, meglio al freddo e vivi che al sole morti. Tutto, quindi, sembrerebbe portare a una soluzione di compromesso. Solo che, purtroppo, ci sono delle persone che non solo non sanno perdere ma nemmeno vincere. Gente che vince e poi vuole strafare, umiliare il perdente in modo pesante e ingiusto. Questo è il caso di Tywin e di sua figlia Cersei, che non si fermano a voler uccidere il Folletto ma lo vogliono rendere una barzelletta. Per farlo usano Shae che credevamo in viaggio verso Lys e che, invece, ritroviamo nella sala del processo a sputtanare il suo ex cliente con falsità e piccole verità. Con frasi e parole dette da Tyrion durante un momento di tenerezza ma che, in una sala piena di gente, fanno ridere e non poco.


A quel punto la pazienza finisce...

...perché tutto ha un limite. Tyrion si incazza come mai prima d'ora e insulta, minaccia tutti i presenti e anche il padre. In quelle parole che gli sgorgano dalla bocca ci sono la rabbia e la repressione di decenni di soprusi, di angherie e di insulti. Un mobbastaveramenteperò che getta la sala nel caos e rende Peter Dinklage uno degli attori migliori che io abbia mai visto. Ancora una volta il suo Tyrion è vivo ed è così reale che non puoi non affezionarti a lui. In questo finale si getta alle spalle puntate piene di silenzi e di remissione, ridiventa un leone fiero e non vuole più la carità del padre ma il giudizio divino. O la va, o la spacca.

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