martedì 6 maggio 2014

L'artigliato va al Cinema - Amazing Spiderman 2 - Bello il costume... peccato per il resto!

Dopo tanto tempo che se ne parla è finalmente arrivato il momento di andare a vedere quel film che, un po' tutti, stavamo aspettando. Si va, quindi, al cinema, si prendono i biglietti e già qualcosa va storto. Un rincoglionito, mentre esce dalla sala, vuole fare il simpatico e rivela ridendo quello che sarà il colpone di scena finale. Il tipo in questione viene de-molecolarizzato a calci sui denti da tutti i presenti ma la violenza non basta a reprimere un tremito nella forza, che preannuncia un film di dubbia digestione.


Molto dubbia!

Invece si parte bene. L'Uomo Ragno che si vede sullo schermo è assolutamente fantastico e così simile all'originale che molti fan in sala eruttano con applausi e in "oooohhh" meravigliati tipo i pastorelli di Fatima. Tutto sembra andare per il verso giusto e, a un certo punto, il tremito della forza si reprime e un altro bisogno impellente mi costringe ad una piccola pausa di pochi minuti al bagno. "Tanto mi perdo la scena del diploma e, quando torno, si riparte con l'azione" Mi dico. Al rientro in sala, però, il clima di festa che aveva caratterizzato i primi 10-15 minuti sembra essere sparito e al suo posto c'è un silenzio tombale e imbarazzato. Per qualche momento credo di aver sbagliato film ma purtroppo quelli sullo schermo sono Peter e Gwen. Il problema è che ora sul grande schermo ora non c'è più Spiderman ma una puntata brutta di Dawson Creek.


Per di più mooolto lunga!


Parte, quindi, l'estenuante maratona di "chi se ne frega" di tutte le scene di Peter in borghese. In un crescendo di depressione possiamo vedere il nostro beniamino avere le visioni, divenire uno stalker, venire lasciato da Gwen, nello stesso momento in cui la voleva lasciare lui, e via così per decine di minuti, mentre l'adrenalina si placa e non rimane che sonnecchiare. Però anche i nostri sogni sono pervasi da un senso di inadeguatezza. 
C'è qualcosa che non va ed è ben presto chiaro quale sia il problema. Non si tratta di una cosa gravissima per un film sui supereroi ma che sarebbe comunque da evitare. Ci si rende conto, infatti, che l'intero film è solo una carrellata di personaggi buttati a caso, lanciati senza un background definito e accettabile. Ancora una volta siamo davanti a un'opera incompleta che non getta delle fondamenta, che non ti illustra in modo chiaro l'ambientazione di cui sta parlando ma getta parole, personaggi, sigle e via dicendo all'interno del calderone e poi le mescola in maniera di formare un prodotto all'apparenza spettacolare ma, in realtà, privo di una qualsivoglia logica. 


Volete una prova?
Guardate queste capigliature!


Mentre queste dovute e necessarie critiche al film si accavallano nel mio cervello, sullo schermo ci vengono presentati ed inseriti le due aggiunte principali. Da una parte abbiamo il nemico principale, Electro, che nonostante tutti i cambiamenti non mi dispiace. Nel film è stato reso un personaggio tragicomico, a tratti penoso, ma sicuramente ben lontano dal tizio senza scrupoli a cui siamo abituati.
Nei pochi momenti in cui Gwen e Peter non la fanno da padrone, ecco comparire questo sfigatone con il riportone, con la casa tappezzata di fotografie di Spiderman ed un origine da supercriminale degna del migliore "Batman e Robin". Ben presto, però, appare evidente che nonostante tutto il suo potere e il suo nome nella locandina la sua funzione è un po' quella del gorilla, del bestione che fa fracasso e che alla fine se le prende sempre.
 Il titolo di più "cattivo" va, infatti, ad Harry Osborn, un ragazzino lamentoso interpretato da quell'attore che sui ruoli di ragazzini lamentosi ci ha basato l'intera carriera. Anche questo personaggio non ha avuto una brutta caratterizzazione, sopratutto se si pensa che sono riusciti a dargli una motivazione valida per diventare un supercriminale. Il suo unico problema nasce, invece, nella trasformazione in Goblin stesso, dove il regista ha la bella pensata di copiare da Sam Raimi e di cambiare l'attore con uno gnomo di Harry Potter. Quello che ne esce è un folletto verde che non so davvero come catalogare e descrivere. Posso solo dire che avrei preferito una approccio più classico, con una maschera verde e un aspetto meno ridicolo.

Che bastava davvero poco!

Ma altri misteri aleggiano intorno al casting di questo film. Durante la proiezione compaiono, infatti, degli strani camei e dei personaggi che non mi sarei aspettato. Come la bellissima Felicia che oltre all'avvenenza non ha altre motivazioni per comparire o come il Dottor Ashley Kafka che tutti ricordano come un bel donnino e che, invece, qui è diventato il professor Bikermayer di Fantozzi.
Alla fine, quindi, molta dell'euforia che doveva esserci per questo film viene spazzata via, bombardata da un continuo sfoggio scene toccanti, strani accenti ed improbabili situazioni. Come, ad esempio, Richard Parker che, a fine anni Novanta, manda un video via wifi  da un portatile sopra un aereo che sta precipitando...

... in fiamme!

L'unico e vero punto di forza di questo film rimane, quindi, uno Spiderman come non lo avevamo mai visto, che finalmente diventa paragonabile alla sua versione cartacea. Vederlo agire, svolazzare e quant'altro era una gioia per gli occhi e anche se, per assistere a tale spettacolo, abbiamo dovuto sorbirci un'ora e mezza di patemi ed un Rhino allucinante....


...ne valeva la pena...
Credo!

2 commenti:

  1. Ahahah. Con le tue lamentele da vecchio (ma non troppo) fan incazzato sai sempre come farmi ridere! Continua così!

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    Risposte
    1. Grazie ma trovare qualcosa di cui lamentarmi per questo film era facile... è stato fatto apposta male per dare a noi fan qualcosa di cui lamentarsi! E' l'unica spiegazione possibile

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