venerdì 14 novembre 2014

Interstellar - Non è una recensione

La tua intenzione è quella di andare al cinema e goderti un film che hai aspettato per un anno. Sarebbe bello aspettarsi che il resto del mondo se ne stesse in silenzio, che non cominciasse vomitare commenti, critiche e quant'altro. La colpa è anche tua, della tua maledetta curiosità che ti porta a leggere le recensioni altrui. Dimentichi spesso di quanto queste possono influenzare il tuo giudizio. 
I professionisti, gli appassionati e anche i tuoi colleghi blogger, come al solito si dividono in due grandi fazioni, quelli dell'apparizione della Madonna e quelli del cestino dei rifiuti. Leggendo le loro recensioni, così differenti le une dalle altre, c'è da chiedersi se abbiano messo al cinema due film con il medesimo titolo. Qualcuno tenta il compromesso, ma i più prendono una direzione precisa e mantengono teutonicamente la loro idea fino alla fine. 



Al cinema ci vai quindi pieno di pericolosi dubbi. Intanto ti chiedi se hai scelto la sala giusta, magari sei entrato nella sala del film brutto e non lo sai. Rassicurato dagli amici puoi goderti quell'insieme caotico di pubblicità, trailer e consigli per gli acquisti che il cinema ti regala insieme al costo del biglietto. Quando parte il film sei pronto, attento e quasi tre ore dopo non sei deluso. Non ti butti davanti alla schermo gridando "La Madonna, La Madonna" ma sei soddisfatto e ti giri verso i tuoi amici e le loro rispettive ragazze. Queste ultime hanno l'espressione di chi ha barattato del tempo al sonno e tuoi amici sono lì che ti guardano. Il primo, che chiamerò Credenzio, ha la tua medesima espressione, anche a lui il film è piaciuto. Il secondo, chiamato Diffidenzio, con la mimica facciale riesce a mostrare tutto il disprezzo verso quel film. Parte quindi il pontificare del dopo cinema. Solitamente calmo e civile, stavolta diventa una battaglia senza tregue e senza esclusione di colpi:

-“Non poteva partire così dal pianeta”
-“Ma l'ha spiegato... “
-“Se entri in un buco nero ti sfracelli... cos'era quella roba?”
-“Ma se l'ha detto all'inizio che c'erano delle entità..”
-“Una Merda di Film”
-”Tu non fai testo... non ti era piaciuto nemmeno l'ultimo di Batman con quella storia del pozzo”
-“Poteva creare una scala, avevano i mezzi per farla”
-“È una metafora della ripresa dell'eroe... “ 

Lamente e biechi pretesti per spalare fango su un film che, tutto sommato, ha fatto il suo mestiere. Rimani sempre basito da quello che la gente è capace di fare per lamentarsi delle cose più futili. Mentre i più si rendono conto della completa inutilità di stare a litigare o anche solo perdere tempo dietro un film, altri ne fanno una vera e propria crociata. Il film faceva schifo perché nella fantomatica bibbia fantascientifica così è scritto. Chi la pensa diversamente è un cane infedele da convertire e nel caso eliminare. Con gente del genere a nulla servono minimizzazioni o argomentazioni degni del principe del foro, perché a ogni attacco ne segue un altro che magari poco o nulla a che fare con il primo.  Solo i più pazienti riescono ad arrivare al punto critico finale dove, dopo 10 ore di pontificazione, il bieco individuo tende una mano al suo rivale e ammette, bonario come un prete, che la colpa in effetti non è di Interstellar. Si tratta di una mossa subdola che piega l'avversario alla logica ferrea del movente generazionale. Ammettiamolo, non si fanno più film come una volta, l'intero apparato cinematografico è mediocre e Interstellar non è altro che il prodotto medio.

Il passo direttamente successivo è
L'inquisizione!
Non sai dare risposta a questa ennesima affermazione. Può essere vero, ma alla fine l'unica cosa che ti è chiara è che il film ti è piaciuto. Nolan ha quel modo di raccontare le cose andando a toccare sempre le corde giuste, parlando di cose melense senza risultarlo e immettendo nei suoi film tematiche e concetti che, è vero, sono più filosofici che scientifici. Quello che ti ha colpito maggiormente è il concetto della sopravvivenza umana che viene ben rappresentato, più che dalla poesiola e dalla frase tipica del protagonista, dal nome della navicella:

Endurance
Andatevi a leggere qualcosa sulla Spedizione Endurance!


La sopravvivenza appare come una legge non scritta che spinge i protagonisti, che siano sulla Terra o meno. Rende possibili azioni impossibili, estremi sacrifici, tradimenti, e assume man mano qualcosa che non è legato all'individuo ma a un’intera specie. In qualche modo ricorda le leggi della robotica di Isaac Asimov dove le tre leggi, rigide regole a cui i robot erano asserviti, alla fine venivano bypassate da una legge per così dire più importante: 


Legge 0. Un robot non può recare danno all'umanità, né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, l'umanità riceva danno.

Da questa rivelazione rimani come abbagliato e vorresti spiegarlo, anche solo parlarne.. ma in quel momento non ne senti la necessità. Non perché chi hai davanti non capirebbe, ma perché è tardi, sei stanco e domani ti devi alzare presto. Alla fine anche Interstellar rimane quel che rimane, un film.

3 commenti:

  1. In un opera l'autore ha certo a disposizione delle licenze, al fine di meglio poter raccontare la sua storia e trasmettere allo spettatore il suo messaggio. Quando però il messaggio è banale, e le licenze logiche sono troppe, forse qualche domanda bisogna iniziare a farsela. Secondo me, per quanto il film sia bellissmo dal punto di vista fotografia, scene, effetti, modelli, anche recitazione, gli manca qualcosa che lo renda "veritiero".

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    1. Se vogliamo un film "veritiero" allora sarebbe qualcosa del tipo:

      -Il grano sta morendo e presto anche il mais lo seguirà, dobbiamo andarcene da questo pianeta ma.. come???-
      -In teoria si potrebbe creare un Wormhole e bucare il tempo-spazio per muoverci di galassia in galassia...
      -In pratica?-
      -boh... è già tanto se arriviamo su Marte.-

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    2. Beh, senza arrivare ad un tale livello di realismo ;) , secondo me si sarebbe potuto giostrare meglio tra fantascienza e verosimiglianza!

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