Vi ricordate gli Ultimates di Millar? |
Quella saga che, nel 2002, sembrava il massimo raggiungibile dal fumetto americano? Storia vecchia, direte, ma per quei anni erano qualcosa di epico. Dopo anni di storie fiacche, che più fiacche non si può, ecco comparire una serie fresca, innovativa, sulla linea di quel fumetto più ricercato, d'autore, che andava a parlare di tematiche sociali, guerra e tutte quelle cose che erano uscite dal cilindro dopo l'undici settembre.
Nel 2002 aveva fatto decisamente scalpore e aveva reso ancor più apprezzabile quel nuovo mondo Ulltimate che doveva rendere obsoleto il vecchio e incasinato mondo Marvel. A distanza di dodici anni, possiamo dire che tutto si è disintegrato in una nuvola di fumo. Dopo l'abbandono di Millar il livello della serie sempre di più calando fino all'inverosimile e mentre tutto si trasformava in una vera e propria ciofeca, papà Marvel 616 imparava il gioco dei Megacrossover in cui siamo impantanati ancora adesso.
Nel 2002 aveva fatto decisamente scalpore e aveva reso ancor più apprezzabile quel nuovo mondo Ulltimate che doveva rendere obsoleto il vecchio e incasinato mondo Marvel. A distanza di dodici anni, possiamo dire che tutto si è disintegrato in una nuvola di fumo. Dopo l'abbandono di Millar il livello della serie sempre di più calando fino all'inverosimile e mentre tutto si trasformava in una vera e propria ciofeca, papà Marvel 616 imparava il gioco dei Megacrossover in cui siamo impantanati ancora adesso.
Tra cui quest'ultima, L'anello di congiunzione fra la bibbia e Heroes! |
Tutto questo prologo serve a farvi capire quanto abbia significato per me la serie Ultimates, che ho adorato dal numero 1 al numero 28. Il merito, però, non era solo di Millar ma anche di un disegnatore a dir poco strepitoso, Bryan Hitch. Si tratta di un vero e proprio maestro della prospettiva, della proporzione, capace di illustrare con un realismo estremo scene di distruzione, attacchi giganti, combattimenti con decine di personaggi e il tutto con una sana attenzione all'anatomia umana e all'espressività dei volti. Insomma un disegnatore che ti lasciava letteralmente a bocca aperta. Dopo la fine delle prime saghe degli Ultimates l'ho perso di vista fino a che, la scorsa settimana, non mi è capitato di leggere un fumetto che, Hitch, oltre ad aver disegnato ha pure scritto...
Comincio con il dire che Hitch lo preferisco come disegnatore. Vedere di nuovo una sua opera mi ha fa tornare indietro di almeno dieci anni ed è un divertimento osservarne la perizia nella coreografia, nei combattimenti, delle prospettive, delle varie distruzioni e via dicendo. All'inizio ho storto un po' il naso nel vedere che tutti i personaggi ricordavano, in qualche modo, gli Ultimates, o i Vendicatori, ma la storia non è la solita scopiazzatura di questo o quest'altro fumetto. Si tratta invece di qualcosa che, a me, ha ricordato parecchio un "vecchio" film di Tim Allen...
Questo film trattava di un gruppo di attori di una serie televisiva, in stile Star Trek, che veniva rapito da una razza aliena che aveva ricreato realmente la nave stellare televisiva con tutti gli accessori in esso contenuta. Gli alieni avendo captato il telefilm e non capendo che si trattava di una finzione, volevano essere salvati da quegli eroi che più volte si erano cavati da situazioni disperate. In questo fumetto la situazione è molto simile, anche qui ci sono degli attori che dopo aver impersonato in un film una versione fiacca dei vendicatori, si ritrovano improvvisamente attaccati degli stessi nemici che avevano affrontato nella finzione...
... come questo simpatico robottino! |
Per fortuna vengono salvati e portati in un altra dimensione in cui i loro alterego erano più che reali e che hanno perso. Insomma una storia non originalissima ma, comunque, divertente ed interessante in cui tra l'altro Hitch non dimentica il suo passato ed illustra, con una certa ironia, i dietro le quinte dei cast stellari con le loro perversioni, i loro vizi e le loro frasi fatte. Insomma niente di speciale ma si tratta, comunque, di un buon fumetto, non eccelso nella sua storia ma decisamente interessante per i disegni, il suo vero e proprio punto di forza.
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