sabato 6 dicembre 2014

PK - Un buon ritorno con due ma...

A volte è meglio che certi personaggi rimangano lì, vagamente mitizzati dagli anni e dai bei ricordi. PK è stato un fumetto che ha segnato un punto di svolta dello stile italiano. Con la sua narrazione sia verticale che orizzontale, con il pathos da fumetto americano (di quelli buoni però) e i personaggi a volte Ambigui (né buoni né cattivi), aveva reso un papero parlante, vestito da pagliaccio, qualcosa di veramente particolare. Sono passati anni dall'ultima storia di PK - quello vero, non quello dentro ai Nova-corps dei poveri che è venuto dopo - e sono in tanti quelli che vorrebbero vedere ancora una volta il loro eroe in azione. Dillo una volta, dillo due, dillo un milione di volte alla fine qualcuno (Francesco Artibani) si convince e fa l'impensabile, ritira fuori dal cassetto quel personaggio e lo rimette in gioco in una storia in quattro parti su Topolino, illustrata da uno storico disegnatore di PKNA, Lorenzo Pastrovicchio, quello del mitico numero 10, "Trauma".




Ci possono essere state delle storture di naso. PK è sempre stato visto come qualcosa di slegato alla casa madre ma si tratta, in fondo, di un piccolo patto con il diavolo e ne varrà la pena, forse.
Leggo la storia e sono contento di quello che vedo. L'eroe di quando ero ragazzino è lì davanti a me. Uno dopo l'altro fanno la loro comparsa tutti i comprimari di quella serie, dal Razziatore a Odin Eidolon ed è come una grande rimpatriata dove buoni e cattivi riprendono le loro parti e le loro storie e si riparte da dove li aveva lasciati. Un bel momento che vorrei godermi a pieno ma che, purtroppo, non mi è permesso. 
Vi ho già spiegato qual è il mio rapporto col mio cervello. Io sono super gasato da una cosa e lui non ce la fa proprio a stare zitto e mi deve far notare che il livello non è lo stesso degli anni Novanta. Le due semplici ragioni sono:


Costume


Il primo non è proprio un problema, è un dramma che accompagna i supereroi in generale. Tutti quelli che toccano un personaggio hanno la balzana idea di cambiare il costume secondo i propri gusti. Ormai i lettori si sono abituati a questo genere di abusi che, in realtà,  equivale a rompere il patto con il pubblico. Quel semplice pezzo di stoffa, spandex o chissà cos'altro non è solo un abito ma il simbolo stesso del personaggio, una bandiera che lo rappresenta. Ecco, cambiare il costume al personaggio è come cambiare la bandiera ad uno Stato. 

Per fortuna nel finale se ne rendono conto!

Potere



La stessa cosa vale per il secondo punto, i superpoteri. Qui la faccenda è vagamente più complicata perché dare dei superpoteri a un eroe che non ne ha equivale a destabilizzare quello che rappresenta e il suo rapporto con i nemici. Facciamo un esempio che almeno capisco meglio pure io quello che voglio dire. Nel numero 10 di PKNA, PK affrontava Trauma, un Evroniano super-potenziato con poteri mentali basati sulla paura. Il combattimento era stato senza esclusione di colpi e, anche se aveva dovuto usare una corazza potenziata, la vittoria era arrivata solo grazie alle sue qualità più nascoste. 
Passiamo ora, invece, al 2014, nella seconda o terza parte della nuova storia in cui il nostro eroe si ritrova ad affrontare un folto numero di evroniani con le stesse caratteristiche del Generale potenziato. Il combattimento dura, ahimé, solo poche vignette, un paio di botte e sono tutti a terra sconfitti. Zero epicità, Zero Pathos, Zero... e poco altro, perché alla fin fine l'eroe deve essere sempre lì lì per non farcela. Tutti sappiamo che poi ce la farà alla fine ma si deve dare l'illusione che non sia così. A fine anni Novanta questa illusione c'era, ora non c'è più.
Forse sarà il formato, forse il fatto che sono cambiati i metodi, i tempi, ma c'è qualcosa che manca a questo ritorno in campo del supereroe papero, non i disegni  e nemmeno la storia che, seppur non all'altezza di quelle passate, è buona ma, forse, certe scelte. 
Nonostante tutto però a caval donato non si guarda in bocca e in fondo è stato veramente emozionante vedere Paperino prendere in mano la situazione e combattere. Pensandoci bene quel papero, anche nella sua versione tradizionale, è il primo eroe di cui abbiamo memoria. Il primo che ci spiega quanto la vita possa essere ingrata e che, nello stesso tempo,  affronta i problemi della vita, la sfortuna, le sfuriate della fidanzata, la mancanza di lavoro e via dicendo con grinta e ingegno. Alla fin fine, quindi,...

..ha ragione il Razziatore!

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