È un venerdì di metà settembre quando vieni a sapere che nella tua città... oddio, facciamo cittadina, fanno una fiera del fumetto. Lo scopri perché te lo dice un tuo amico che a sua volta l'ha saputo dal fratello che l'ha saputo dallo zio e via dicendo. Inutile dire che a Novi non crediamo nei moderni mezzi di comunicazione, ci affidiamo ai giri di chiamate, al passaparola, ai segnali di fumo per sapere le cose. Metodi arcaici, certo, ma che ti fanno sentire in un'epoca più semplice, più innocente in cui potevi...
Ci vai di sabato e, con tutte le riserve del caso, quello che vedi non ti dispiace. I locali usati, solitamente adibiti a biciclette e cibarie, sono ampi e ben riempiti. Ci sono un mucchio di banchetti e, diciamolo, non te l'aspettavi. Insieme al solito gruppo eterogeneo ti muovi da venditore a venditore e cominci a farti un'idea della tipologia di fiera che hai davanti. Il tipo: "Per la prima volta facciamo qualcosa di semplice!".
Tutte le fiere incominciano così, anche Lucca prima che i cosplayer la invadessero, prima che si spostasse in città, prima che Cristina D'Avena venisse scongelata e buttata sul palco a cantare i successi di sempre, era questo connubio di fumetti, giochi da tavolo e spade scrause.
Vista la novità, e il momento di bassa affluenza, dei nostri beneamati cosplayer, con tutte le loro categorie e comunità, non se ne vede l'ombra. Bisogna capire infatti che l'uomo vestito di buffo, detto anche cosplayer, è un essere timido e introverso che si vergogna del suo costume e si fa forza con il numero, un po' come i branchi di renne per capirci. Questa situazione, quindi, non è adatta alla discesa in valle dei branchi e nonostante qua è là compaiano alcuni "belli da lontano", si tratta solo di sparute comparse e, forse, è meglio così. Ovviamente, essendo un cosplayer tu stesso, non ti danno fastidio i costumati ma diciamo che portano via molta attenzione al resto. Se fossero stati in tanti, chissà quante cose non avresti visto o fatto come, per esempio, l'ebrezza di tenere in mano...
Vista la novità, e il momento di bassa affluenza, dei nostri beneamati cosplayer, con tutte le loro categorie e comunità, non se ne vede l'ombra. Bisogna capire infatti che l'uomo vestito di buffo, detto anche cosplayer, è un essere timido e introverso che si vergogna del suo costume e si fa forza con il numero, un po' come i branchi di renne per capirci. Questa situazione, quindi, non è adatta alla discesa in valle dei branchi e nonostante qua è là compaiano alcuni "belli da lontano", si tratta solo di sparute comparse e, forse, è meglio così. Ovviamente, essendo un cosplayer tu stesso, non ti danno fastidio i costumati ma diciamo che portano via molta attenzione al resto. Se fossero stati in tanti, chissà quante cose non avresti visto o fatto come, per esempio, l'ebrezza di tenere in mano...
.... una vera spada di Valyria con tanto di motto a schifo! Ma proprio uguale, uguale a quella della serie! |
Boiate a parte, dopo aver visionato tutto con attenzione il resto del pomeriggio lo si passa sui tavoli. La sezione giochi per te è sempre stata un tabù, in tanti anni di onorata presenza nelle più disparate fiere in giro per l'Italia non sei mai riuscito a fermarti a provare un gioco da tavolo. Vuoi perché gli inarrivabili tavoli sono tirannicamente occupati dai Baroni dei giochi da tavolo, vuoi perché la gente li vede come un miracoloso punto di riposo per i talloni consumati, vuoi perché solitamente il tempo a disposizione non è mai abbastanza, per la prima volta, da sempre, ti siedi e incominci a giocare. La scelta è tanta e nonostante alcuni giochi fossero criptici (vedi sotto Dixit), la pazienza e la bravura dello "staff" di Babayaga sono riusciti a farci passare delle liete ore di gioco.
Insomma che dire, è stato divertente e alla fine pure fruttuoso. Perché girando qua e là per i banchetti trovi anche quel fumetto che avevi sempre schifato e che invece ora, su consiglio di un amico, è diventato un chiodo fisso nel tuo cervello: Bone!
Uscendo dalle "Dolci Terre" con il peso delle 1300 pagine fresche fresche da leggere, non puoi fare a meno di giudicare questo evento che, come tanti altri, cerca di trovare il suo spazio in questa età dell'oro dei fumetti e della nerdaggine in generale. Alla fin fine siamo davanti alla classica fiera del fumetto, con tutti i cliché del caso. Niente di assolutamente epico, capiamoci, ma qualcosa di nuovo, di vicino e di NOVESE, che fa sempre piacere. La speranza è che non si tratti di un evento isolato ma che continui e cresca. Speriamo bene.
Uscendo dalle "Dolci Terre" con il peso delle 1300 pagine fresche fresche da leggere, non puoi fare a meno di giudicare questo evento che, come tanti altri, cerca di trovare il suo spazio in questa età dell'oro dei fumetti e della nerdaggine in generale. Alla fin fine siamo davanti alla classica fiera del fumetto, con tutti i cliché del caso. Niente di assolutamente epico, capiamoci, ma qualcosa di nuovo, di vicino e di NOVESE, che fa sempre piacere. La speranza è che non si tratti di un evento isolato ma che continui e cresca. Speriamo bene.
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