Una settimana fa vedendo il Pilot sembrava davvero un'ottima serie e pieno di aspettative ho aspettato questa seconda.. terza.. fate un po' voi... puntata. Come ho scritto in precedenza avevo il sentore che la serie si rivelasse un'altra Terranova e, a dirla tutta tutta, non sono andato lontano dalla realtà.
Dopo il "precedentemente" di rito ci aspetta la nuova sigla |
"Down in the Ground Where the Dead Men Go", il terzo episodio, ha qualcosa che non mi convince.
Non è un episodio brutto di per sé, ma fiacco e di passaggio. Possiamo dire che ha un lato negativo e un lato positivo. Due lati che, a mio parere, ci porteremo dietro per tutta la stagione.
Il lato positivo
L'ambientazione e il background degli alieni
Gli sceneggiatori si sono dati davvero da fare nel creare una cultura e una lingua dietro ogni razza aliena. La scorsa puntata c'avevano dato qualche aneddoto sulle principali e più numerose, ovvero: gli Irathient, i Castithan e Indogene. Ovvero i cantanti Metal, quelli albini, e quelli albini con la pelle a nido d'ape.
In questa puntata invece ci focalizziamo sui Castithan, i bellissimi e marcissimi esseri dai capelli bianchi che come capo hanno quel tizio delle scommesse con la moglie gnocca e il figlio emo.
Scopriamo che la loro società è divisa in caste, più o meno come quelle indiane, che vengono chiamate Liros e che hanno una propria religione, monoteista, molto rigida su molti aspetti della vita quotidiana.
Questa, ad esempio, è la pena che subiscono i codardi. |
Vi è quindi un lavoro complesso dietro gli aspetti dell'ambientazione che non sono da poco e rendono il mondo di Defiance vario ed interessante.
Di contro però c'è ....
Il lato negativo
Le tramette
L'omino dalla pelle a nido d'api che si risveglia e vuole far saltare in aria una centrale nucleare che è rimasta per 30 anni nel sottosuolo della città ed è ancora integra e funzionante... Davvero?
E serviva accendere le luci della centrale... |
... e farsi scoprire dopo otto secondi sparando senza nemmeno trovare una posizione riparata. E lasciamo perdere il suo suicido alla fine. |
Si tratta di trame ormai un po' datate e che non portano sicuramente beneficio alla serie, è stato fatto un ottimo lavoro per quanto riguarda l'ambientazione, bisognerebbe però non incartarsi in situazioni stanche e noiose. La città, come ho già detto, è di per se noiosa perché cristallizza le trame in un luogo sempre uguale e senza troppi cambiamenti. Se poi gli sceneggiatori non ci provano nemmeno è la morte.
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