Un po' di tempo fa, un gruppo di miei amici durante un lungo viaggio verso una rievocazione di carattere storico situata nelle pallide lande delle Fiandre (Olanda), fecero una sosta in una ridente cittadina della Renania settentrionale, Zwillbrock, Vreden.
L'ora era tarda, una pesante nebbia copriva le strade attutendo i suoni e rendendo i passanti pallide figure simili a fantasmi. L'ingresso del loro albergo, se possibile, era ancora più spettrale e tetro.
Una massiccia e teutonica proprietaria li aspettava all'interno. Sguardo fiero, freddo ma che possedeva un alone di tristezza. Poche parole e li scortò nelle loro stanze dandogli una frettolosa buonanotte.
Le stanze erano calde e spartane, a loro modo germanicamente normali ma sembravano intrinse della stessa sofferenza. Nonostante questo però, i nostri eroi passarono una buona notte di sonno profondo e senza sogni. Si svegliarono la mattina dopo molto presto e alle otto in punto scesero nell'atrio con l'intento di fare una buona colazione e ripartire.
Il tavolo per la colazione era imbandito di ogni ben di Dio, ma subito i miei amici si resero conto che qualcosa mancava: le uova. Avendole già pregustate nella loro mente, si avvicinarono alla teutonica cameriera della sera prima che, apparentemente senza aver nemmeno dormito, osservava la sala con la medesima espressione del giorno prima.
- Dove sono le uova? - Le chiesero.
Lei si volto verso di loro, tradendo solo per un momento una profonda tensione. Li guardò senza veramente osservarli, come se fossero trasparenti o, forse, come se stesse guardando qualcosa di molto lontano. Infine parlò, con un tono profondo e carico di significati:
- Eggs are coming.
The Game of Breakfast is on! |
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